domenica 2 marzo 2014


Il malato e la persona di sostegno 

... ma quanto è difficile sostenere 
un malato? 





... dicevamo essere "Una Spugna Emozionale". 

Devi soltanto esserci, respirare il suo dolore, la sua paura, la sua sofferenza, devi piangere con lei, provare i suoi stessi sentimenti in modo da aiutare a dissolverli o ad assorbirli.

La prima cosa è l'EMPATIA!
Tutti vogliono fare qualcosa di concreto e non si rendono conto che la cosa più importante è "ESSERCI". Per questo nessuno è interessato ai problemi cronici, perché non puoi fare nulla se non essere presente.

Per la persona di sostegno è importante ricordare ogni giorno la scelta che ha fatto, per non arrivare all'autocommiserazione, per non accumulare energie negative. I mistici sostengono che se si vive senza scelte, cioè affidandosi a una consapevolezza senza scelta, allora l'azione è senza ego, senza egocentrismo, senza egoismo.

In altre parole devi praticare il "servizio altruistico", servire gli altri senza pensare a te stesso o sperare di ottenere lodi, ti limiti ad amare e a servire. Madre Teresa diceva: "Ama fino a quando fa male". Il Servizio Altruistico fa parte della crescita spirituale di ognuno, una sorta di meditazione attraverso l'azione, un tipo di com-passione.

E' importante ricordare la situazione spesso disperata delle persone di sostegno, persone che si logorano silenziosamente, perché dato che non sono il malato, nessuno ritiene che abbiano problemi seri. Per la persona di sostegno è come stare su un'ottovolante "emozionale", la chiave è ritornare a una cosa soltanto, semplicemente all'amore: Questa è la cosa più importante.

Fine seconda parte. Liberamente tratto dal libro: “Grazia e grinta” la malattia mortale come situazione di crescita - di Ken Wilber.