domenica 8 settembre 2013


B.K.S. Iyengar ha 94 anni e non ha perso nulla della sua energia nella pratica e nell'insegnamento dello yoga. L'affinamento della sua capacità intellettiva è in continuo sviluppo. Secondo le sue parole: 


"Oggi non stiro più il mio corpo 
come quando avevo trenta o cinquant'anni, 
allungo la mia intelligenza all'interno di esso 
per espanderlo: 
ora la mia intelligenza stira il mio corpo".


All'inizio, da principianti, la nostra attenzione è in grado di rivolgersi solo all'esterno del corpo e ai movimenti esteriori.
Con il tempo il nostro modo di praticare si affina: impariamo a usare tutti i tipi di percezione per sentire quello che avviene all'esterno del nostro corpo e quello che avviene al suo interno. 

"La mente fa da ponte fra i movimenti muscolari e gli organi della percezione e apre le porte all'intelletto connettendolo con tutte le parti del corpo". 

Attraverso la mente impariamo a distinguere cosa sentiamo all'interno del nostro corpo. La pratica continua ha donato a Iyengar una grande saggezza. Il suo insegnamento, dà la possibilità di scoprire tutti i livelli del corpo: quello fisico, quello organico e quello mentale. 

Lui sottolinea l'importanza di personalizzare la pratica delle asana: ognuno deve imparare a scegliere con cura quelle da praticare, la sequenza e il modo dell'esecuzione (attivo o passivo, con o senza sostegni). La personalizzazione della pratica, con l'aiuto dell'insegnante, permette di tener conto delle necessità e dei limiti di ognuno prestando attenzione ai cambiamenti fisiologici, psicologici e allo stato di salute.
L'uso dei sostegni, quali blocchi di legno, coperte, cinture e panchetti aiuta anche una persona disabile o molto malata a trarre beneficio dallo yoga. 
L’uso degli sostegni permette di rimanere più a lungo in una posizione; mantenere una posizione per un tempo breve limita i benefici al solo livello fisico; rimanerci per un tempo più lungo permette di far giungere i benefici anche a livello organico e mentale.