domenica 20 giugno 2010



Esistono persone lineari e persone eclettiche, difficili da decifrare. Dona Holleman, una delle insegnanti yoga più famose al mondo, è tra queste ultime. 
Ha formato almeno seicento insegnanti, ha avuto migliaia di allievi e con tranquillità afferma: «molti sostengono che lo yoga conduca su un cammino spirituale, non ci credo, non è vero.

Lo yoga, di per sé, non porta da nessuna parte. Può farti diventare più sciolto, più sano, più rilassato. Se bastasse avere un corpo sciolto allora tutti gli acrobati del circo sarebbero dei grandi yogi, il che è falso. I risultati di questa disciplina dipendono da come la si usa, dall’intento di chi la pratica».

(...)  senza intento non c’è nulla

 
«L’essere umano ha diversi modi per arrivare. Una persona può impegnarsi duramente e raggiungere la meta o può usare un’altra energia, che è quella che io chiamo “dell’intento”, e arrivare lo stesso, ma con meno fatica. 
Molta gente non sa dove vuole arrivare, sia nello yoga, sia nella vita. Nella pratica, poniamo di una posizione di equilibrio sulle mani, ci tenta e ritenta, cade, spreca energia. Il primo passo da compiere, invece, è trovare la calma, raccogliere tutta l’energia; in questo modo si raggiunge l’asana, senza sprechi. Lo stesso avviene nella vita. Lo yoga non ha così importanza. 
Il mezzo per centrarsi per qualcuno può essere lo yoga, per altri la bicicletta. Bisogna ritornare al proprio centro e formulare un intento. Senza questo legame, praticare serve a poco. 
È importante dire voglio cambiare questo dentro di me e allora farò musica, farò yoga, farò equitazione solo così può funzionare. Non basta leggere Patañjali. Non basta praticare. Lo yoga non è una compravendita, lo faccio dunque ottengo. No, serve l’intento».