venerdì 5 febbraio 2010

"Le Confessioni" costituisce un'opera autobiografica in XIII libri di Agostino d'Ippona, padre della Chiesa. È considerata una delle opere più importanti di Agostino, nella quale egli, rivolgendosi a Dio, narra la sua vita e in particolare la storia della sua conversione al Cristianesimo.

L'opera è costituita da un continuo discorso che Agostino rivolge a Dio (da qui il termine confessione) e inizia con una Invocatio Dei ("invocazione di Dio"). Successivamente (capitoli I-IX) l'autore incomincia con la narrazione, interrotta frequentemente da ampie e profonde riflessioni, della sua infanzia, vissuta a Tagaste, e degli an
ni dei suoi studi e poi di professione come retore nella città di Cartagine.
Negli ultimi 4 capitoli l'autore rivolge la sua attenzione ad una serie di considerazioni sull'essenza del tempo, sul suo ruolo nella vita dell'uomo, e sulla sua origine (risalente alla Creazione), effettuando un commento dei relativi passi della Genesi.

Nella sua opera Agostino svela quindi i tre significati del termine confessio: Il primo è quello di "confessio peccatorum" (confessione dei peccati), in cui un'anima umilmente riconosce i propri peccati;
tale significato è sviluppato nella prima parte della narrazione, incentrata sulle dissolutezze e sugli errori degli anni precedenti alla conversione.

Il secondo è
quello di "laus dei" (lode a Dio), in cui un' anima loda la maestà e la misericordia di Dio; questo si verifica dopo la conversione.

Il terzo è la "confessio fidei" (professione di fede) in cui un' anima spiega sinceramente le ragioni della propria fede, come ad esempio viene fatto n
egli ultimi quattro capitoli.

Una caratteristica formale che contraddistingue l'opera è lo stile vocativo, il rivolgersi continuo e diretto a Dio, che diventa intenzionalmente un colloquio informale, che cede ora alla preghiera, ora al ringraziamento, ora alla supplica.
L'opera, grazie alla sua forte concentrazione sull'io dell'autore, svela una sua sorprendente modernità, non solo nel senso di "attualità": pur non essendo infatti la prosa dell'interiorità una novità assoluta nell'ambito delle letterature classiche, è assolutamente nuova la forza dell'ispirazione e soprattutto il fatto che l'autore narri diffusamente e, almeno per quel che ne sappiamo, in modo totalmente sincero, della propria vita, facendo di essa il vero fulcro dell'opera; tanto che, tra i tanti generi letterari presenti in diversa misura nelle Confessioni (tra cui appunto quello dottrinale), quello più evidente e universalmente noto è proprio il loro essere "autobiografia".

Un altro punto di modernità è rappresentato dal fatto che la dimensione autobiografica principale sia quella interiore, dell'anima; difficilmente le opere biografiche o autobiografiche dell'antichità si erano permesse una tale a-storicità e un tale ripiegamento introspettivo.

La fortuna delle Confessioni fu grandissima; una sintesi di fede, arte e cultura che nei secoli ispirerà grandissimi artisti e letterati come Dante, Petrarca e Botticelli.