martedì 21 settembre 2010

La Lakeside Art Gallery di Verbania è lieta di presentare Opera Prima, prima mostra personale di Gaspare (1983).

Vernissage con la presenza dell’artista:
sabato 25 settembre 
dalle ore 18 alle ore 21

(Orario Galleria: da martedì a venerdì ore 15.30–19.30;
sabato ore 10.30–12.30 e 15.30–19.30;
domenica e mattina su appuntamento; lunedì chiuso).

Parallelamente all’attività storico-critica Gaspare Luigi Marcone ha condotto in questi anni una personale ricerca creativa concretizzatasi in tre cicli di lavori (2008-2010). Il suo percorso storico-critico e teorico è complementare e inscindibile dalla sua produzione artistica.

Nella serie Grafica, partendo dall’etimologia del verbo greco graphein che significa contemporaneamente “scrivere” e “disegnare”, l’artista ha trascritto testi di critica d’arte, filosofia, biologia, poesia, aforismi, su fogli di carta dal formato costante (21 x 15 cm ciascuno). Lo stesso testo è scritto e poi “sovrascritto” sul medesimo foglio per quattro volte ruotando il supporto; il risultato è un groviglio d’inchiostro dato dalla stratificazione delle parole e dal loro intrecciarsi e sovrapporsi. I testi, che in partenza avevano un significato logico e comunicativo arrivano ad “autoannullarsi” tramite il processo creativo. Il lavoro è realizzato con silenzio e concentrazione, come un monaco amanuense nel suo scriptorium. Si apre un movimento ciclico e metamorfico tra caos e ordine, essere e nulla.

Nelle Tavole di Annullamento, utilizzando cartoline bianche (15 x 10 cm ciascuna), ha impresso ripetutamente le sue impronte digitali ottenendo superfici monocromatiche nere. In questo ciclo vi è il tentativo di arrivare ad una forma universale partendo dall’elemento più personale e soggettivo dell’uomo, ossia le sue impronte digitali. Le Tavole di Annullamento sono spedite come cartoline postali, metafora del pensiero, dell’idea creativa e del suo viaggio fisico e mentale.

Nel ciclo Opera vi è l’utilizzo di materiali eterogenei (acrilico, cera, carbone, tempera, cenere…) dipinti e applicati su tele quadrate dal formato costante ( 30 x 30 x 4 cm e 100 x 100 x 4 cm). Il monocromo nero, e la sua enigmatica essenza, sono una sintesi materica e concettuale; si apre un “rapporto critico” con i grandi artisti “monocromatici” della storia dell’arte cercando di superare le teorie “analitiche” o “minimaliste” di alcune poetiche novecentesche. Le tele nere sono in apparenza identiche ma in realtà ognuna è ottenuta dopo un lungo e complesso lavoro compositivo e tutte le superfici denotano variazioni e autonomie strutturali; fondamentale è l’uso della cenere, ottenuta bruciando altri lavori dell’artista o libri particolarmente significativi, metafora di una “sintesi”, del “divenire” e della “distruzione” che però riesce ad “autogenerare” nuove opere. Anche i titoli dei lavori (Ananke, Lux Aeterna, Oblio, Enigma, Atarassia, Ouroboros…) denotano una riflessione culturale e intellettiva interdisciplinare....